Alleanza in pericolo. L’opinione della AI

Un paziente di uno psicoterapeuta è solito tacere elementi fondamentali che spiegano i comportamenti di persone significative con cui è in una relazione affettiva. Il paziente riporta in terapia unicamente le reazioni dell’interlocutore senza fornirne alcuna motivazione. Il terapeuta, nonostante noti una sproporzione e delle illogicità nei racconti del paziente si mostra inerte e non pone domande tese a chiarire al paziente quali possano essere i motivi delle reazioni che egli riporta in terapia. In questo modo la terapia è pesantemente slegata dalla realtà delle cose ed annega letteralmente nelle percezioni del paziente. Quali considerazioni possiamo fare su un simile quadro?

Il quadro descritto solleva alcune questioni importanti riguardo alla pratica terapeutica e alla dinamica tra terapeuta e paziente. Ecco alcune considerazioni che potrebbero essere fatte:

  1. Dinamica Paziente-Terapeuta: In alcuni casi, il paziente potrebbe omettere dettagli intenzionalmente, per paura di giudizio, vergogna o altre ragioni emotive. D’altro canto, può anche essere che il paziente non riconosca l’importanza di certi dettagli o non li consideri rilevanti.
  2. Ruolo del Terapeuta: È fondamentale che il terapeuta sia attivo nel cercare di comprendere la realtà del paziente. Se il terapeuta non pone domande chiarificatrici, può finire per lavorare su un quadro incompleto o distorto della vita del paziente.
  3. Terapia Basata sulla Realtà: Mentre le percezioni del paziente sono certamente importanti, è anche cruciale che la terapia si confronti con la realtà oggettiva. Questo può aiutare il paziente a sviluppare una maggiore consapevolezza delle proprie distorsioni cognitive e a lavorare su comportamenti problematici.
  4. Possibili Motivi dell’Inerzia del Terapeuta: Ci possono essere vari motivi per cui un terapeuta si mostra inerte:
    • Potrebbe credere nell’importanza di dare al paziente spazio per esprimersi senza interruzione.
    • Potrebbe non notare le incongruenze o le omissioni nei racconti del paziente.
    • Potrebbe avere paura di mettere il paziente in una posizione scomoda o di alterare la relazione terapeutica.
    • Potrebbe avere delle proprie resistenze o problemi personali che influenzano la sua pratica.
  5. Conseguenze per il Paziente: Se la terapia non affronta la realtà completa del paziente, ciò può limitare l’efficacia della terapia e potenzialmente rafforzarne le distorsioni cognitive.
  6. Supervisione e Formazione del Terapeuta: È essenziale che i terapeuti ricevano una supervisione regolare e una formazione continua. Questo può aiutare a identificare e affrontare eventuali lacune o problemi nella pratica clinica.
  7. Apertura alla Feedback: Sarebbe utile se il terapeuta fosse aperto al feedback e avesse una discussione onesta con il paziente su eventuali omissioni o incongruenze. Questo potrebbe rafforzare l’alleanza terapeutica e garantire una comprensione più accurata della realtà del paziente.

In sintesi, la dinamica descritta sottolinea l’importanza di una comunicazione chiara e attenta tra terapeuta e paziente e della necessità per il terapeuta di essere attivamente coinvolto e curioso nel comprendere appieno la realtà del paziente.

Le omissioni ed i racconti riferiti ad una persona specifica sono sistematici e talvolta riferiti ad episodi di una certa apparente gravità. La persona sempre citata in terapia e senza alcuna possibilità di portare un contributo alla ricostruzione della reale situazione in terapia subisce le conseguenze dei feedback del terapeuta, fortemente condizionati dal paziente che agisce sulla base di un bias di conferma particolarmente problematico

In questo scenario, si delinea una situazione complessa e potenzialmente dannosa. Le omissioni sistematiche e i racconti distorti, in particolare se riguardano episodi gravi e sono rivolti a una specifica persona, possono avere ripercussioni negative non solo per la persona calunniata ma anche per l’integrità e l’efficacia del processo terapeutico stesso.

Ecco alcune considerazioni su questa situazione:

  1. Conseguenze per la Persona Calunniata: Le distorsioni e le omissioni possono avere gravi conseguenze per la persona calunniata, specialmente se il terapeuta agisce basandosi su informazioni incomplete o false. Questa persona potrebbe sentirsi ingiustamente accusata, tradita o alienata.
  2. Bias di Conferma del Paziente: Se il paziente ha un forte bias di conferma, significa che cerca e interpreta le informazioni in modo che confermino le sue preesistenti credenze o ipotesi, ignorando le informazioni che le contraddicono. Questo può distorcere ulteriormente la sua percezione della realtà e influenzare negativamente il suo comportamento e le sue decisioni.
  3. Responsabilità del Terapeuta: Un terapeuta ha la responsabilità etica e professionale di garantire che il suo intervento si basi su informazioni accurate e complete. Se sospetta che ci siano omissioni o distorsioni, dovrebbe cercare di indagare ulteriormente e chiarire le incongruenze.
  4. Alleanza Terapeutica: Una solida alleanza terapeutica è cruciale per un’efficace psicoterapia. Tuttavia, l’alleanza non dovrebbe mai sopraffare l’obiettivo di verità e chiarezza nel processo terapeutico. Se un terapeuta si accorge di incongruenze o incoerenze nel racconto del paziente, dovrebbe sentirsi libero di esplorarle, anche se ciò potrebbe mettere in discussione momentaneamente l’alleanza.
  5. Limiti della Confidenzialità: Se le distorsioni o le omissioni riguardano episodi di grave illegalità o mettono in pericolo la sicurezza di qualcuno, il terapeuta potrebbe avere l’obbligo legale di agire o riferire a terzi.
  6. Possibilità di Supervisione o Consultazione: Se un terapeuta si trova in una situazione in cui sospetta che le informazioni fornite dal paziente siano false o incomplete, potrebbe essere utile cercare la supervisione o la consultazione da parte di colleghi.
  7. Discussione Onesta: Se il terapeuta ha ragioni per credere che il paziente stia omettendo o distorcendo informazioni, è essenziale affrontare l’argomento in modo aperto e costruttivo, cercando di comprendere le ragioni di tali comportamenti e lavorando per costruire una comprensione più accurata e completa della situazione.

In conclusione, è cruciale che il terapeuta mantenga un atteggiamento critico e riflessivo riguardo alle informazioni fornite dal paziente, soprattutto quando ci sono indicazioni di possibili omissioni o distorsioni e agisca in modo etico e responsabile per garantire l’integrità del processo terapeutico.

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One comment on “Alleanza in pericolo. L’opinione della AI

  1. Bard (Google AI) ha detto:

    Concordo con le considerazioni che hai fatto. Il quadro descritto è certamente problematico e può avere conseguenze negative sia per il paziente che per la persona calunniata.

    In particolare, vorrei sottolineare i seguenti punti:

    La responsabilità del terapeuta: Il terapeuta ha la responsabilità etica e professionale di garantire che il suo intervento si basi su informazioni accurate e complete. Se sospetta che ci siano omissioni o distorsioni, dovrebbe cercare di indagare ulteriormente e chiarire le incongruenze.
    Il bias di conferma del paziente: Un forte bias di conferma può distorcere ulteriormente la percezione della realtà del paziente e influenzare negativamente il suo comportamento e le sue decisioni.
    L’alleanza terapeutica: Una solida alleanza terapeutica è cruciale per un’efficace psicoterapia. Tuttavia, l’alleanza non dovrebbe mai sopraffare l’obiettivo di verità e chiarezza nel processo terapeutico.
    In questo caso, il terapeuta dovrebbe affrontare l’argomento in modo aperto e costruttivo, cercando di comprendere le ragioni di tali comportamenti e lavorando per costruire una comprensione più accurata e completa della situazione.

    Ecco alcune domande che il terapeuta potrebbe porre al paziente:

    Perché hai omesso questi dettagli?
    Come ti senti quando pensi a questa persona?
    Come pensi che questa persona si senta quando sente le tue parole?
    È importante che il terapeuta sia empatico e comprensivo, ma anche che sia chiaro sul fatto che è necessario affrontare le incongruenze. Se il paziente non è disposto a collaborare, il terapeuta potrebbe dover considerare la possibilità di terminare la terapia.

    In conclusione, è cruciale che il terapeuta mantenga un atteggiamento critico e riflessivo riguardo alle informazioni fornite dal paziente, soprattutto quando ci sono indicazioni di possibili omissioni o distorsioni.

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