Riconoscere il Trauma

Il Trauma è il risultato dell’esposizione ad un inevitabile evento stressante che va oltre i meccanismi di affrontamento della persona. Quando le persone si sentono enormemente sopraffatte dalle loro emozioni, i ricordi non possono essere trasformati in esperienze narrative neutrali. Il terrore diventa una fobia della memoria che impedisce l’integrazione dell’evento traumatico e frammenta i ricordi traumatici, separandoli dalla coscienza ordinaria, lasciandoli organizzati in percezioni visive, preoccupazioni somatiche e reazioni comportamentali.

I tre segni del Trauma

Quando si verifica un trauma psicologico, si realizzano tre condizioni:

  1. Un evento che consideriamo stressante
  2. Non avere le risorse emotive e cognitive necessarie per affrontare questo evento
  3. Incapacità di elaborare emotivamente ciò che è accaduto, così da rimanere bloccati nel ricordo traumatico

I Traumi non sono tutti uguali

Pensando ai traumi psicologici, di solito immaginiamo situazioni estreme, eventi generalmente inaspettati e con un grande impatto emotivo che riducono le nostre risorse per affrontarli (coping). Questi sono detti traumi con la “T” maiuscola e fortunatamente, questi traumi sono i meno comuni. Ma ci sono anche traumi con la “t” minuscola, che sono molto più comuni e possono persino diventare più pericolosi perché non siamo sempre in grado di identificarli. Questi traumi sono causati dall’esposizione ripetuta a eventi che finiscono per danneggiare le risorse di coping, come le perdite o situazioni di umiliazione e sofferenza. Si tratta di “traumi cumulativi”. Per comprendere la differenza tra entrambi i tipi di traumi, possiamo immaginare che i traumi con la “T” maiuscola siano un getto d’acqua che riempie il nostro “bicchiere psicologico” in un batter d’occhio. I traumi cumulativi, con la “t” minuscola, riempiono il bicchiere lentamente, goccia a goccia. In entrambi i casi il bicchiere finisce per traboccare.

Molte persone sottovalutano i traumi con la “t” minuscola dal momento che il loro meccanismo d’azione è più sottile, ma il loro effetto cumulativo può causare molti danni. Uno studio condotto presso il Changi General Hospital di Singapore evidenzia gli effetti di quelli che potrebbero essere chiamati “piccoli shock emotivi”. Questi psicologi hanno seguito per oltre 9 mesi più di 3.000 persone che avevano subito un incidente d’auto. Hanno così scoperto che metà di loro aveva sviluppato un disturbo psicologico a causa dell’incidente. Ma non si trattava di stress post-traumatico, dal momento che questo si sviluppa di solito a seguito di un trauma con la “T” maiuscola, ma di problemi d’ansia e depressione. Questo indica che probabilmente l’incidente è stato la goccia che ha fatto traboccare un vaso psicologico che era già abbastanza pieno.

Approfondimenti

Perché si verifichi un trauma emotivo, non è solo necessario che si produca una situazione perturbatrice, ma dobbiamo anche percepirla come tale. Pertanto, i traumi dipendono in larga misura dal significato che attribuiamo alle esperienze che viviamo. Infatti, si stima che il 64% delle persone esposte a episodi traumatici non svilupperà un disturbo psicologico. Perché un evento generi un trauma psichico deve danneggiare il nostro equilibrio psicologico, mettendoci in una situazione di grande fragilità emotiva e incertezza. Più tardi, sebbene siamo perfettamente consapevoli che il “pericolo” è stato scongiurato, non riusciamo a sbarazzarci delle emozioni negative e della sensazione di disagio che questo ha generato.

Fondamentalmente, la causa del trauma psicologico è la nostra incapacità di elaborare emotivamente le situazioni vissute. Queste esperienze non vengono integrate armoniosamente nella nostra vita, ma rimangono attive nella nostra mente.

Nel lungo periodo, queste esperienze possono produrre dei cambiamenti nella biochimica cerebrale. Mentre attraversiamo una situazione traumatica, l’amigdala, uno dei centri emotivi del cervello, rimane attiva, causando una produzione eccessiva di cortisolo, un ormone che inibisce il funzionamento dell’ippocampo, struttura chiave nel processo di simbolizzazione delle esperienze e la loro temporalizzazione nella nostra storia di vita. Questo è il motivo per cui è molto difficile che le esperienze traumatiche si trasformino in fatti narrativi e ci permettano di voltare pagina.

Tuttavia, non è sempre facile riconoscere che stiamo subendo un trauma, perché a volte i sintomi del trauma psicologico non sono così evidenti. Ogni persona reagisce in modo diverso, sebbene alcuni dei più comuni sintomi di trauma emotivo siano:

– Incubi. Anche nei casi in cui si verifica una dissociazione, un meccanismo di difesa attraverso il quale allontaniamo la situazione traumatica dalla nostra mente cosciente, spesso si rivivono alcuni istanti dell’evento traumatico o appaiono nei sogni sotto forma di incubi.

– Ansia, nervosismo e irritabilità. I traumi generano spesso uno stato di aspettativa ansiosa che ci tiene in sospeso, come se qualcosa di brutto potesse accadere in qualsiasi momento. Questa tensione costante terminerà presentandoci il conto sotto forma di irritabilità e nervosismo, facendoci reagire in modo esagerato alle situazioni quotidiane della vita.

– Anestesia emotiva. In alcuni casi, specialmente quando l’impatto emotivo è stato molto forte, si produce una sorta di anestesia emotiva, un meccanismo di difesa che si attiva per proteggerci da altri shock. All’improvviso, è come se la vita perdesse il suo significato, niente importa o ci incoraggia, ci sentiamo disconnessi dalle nostre emozioni, al punto che possiamo sentirci estranei a noi stessi.

– Impotenza appresa. I traumi cumulativi generano di solito questo sentimento, che si manifesta con la sensazione che nulla di ciò che facciamo potrà fare la differenza. I traumi con la “t” minuscola tendono a generare un meccanismo di difesa passiva, ci limitiamo a proteggerci perché riteniamo che ogni sforzo sia inutile, generando una sensazione d’impotenza, che di solito finisce per innescare i sintomi depressivi dato che non riusciamo ad intravedere una via d’uscita dalla situazione e ci limitiamo a soffrirla.

– Senso di colpa e vergogna. A volte possiamo provare una profonda sensazione di vergogna, specialmente quando crediamo che la situazione traumatica si sia prodotta per colpa nostra, il che a sua volta genera la vergogna. Possiamo anche reagire arrabbiandoci con noi stessi, o incolpando il mondo di ciò che è accaduto, e ciò avviene perché stiamo cercando di dare un senso all’accaduto, ma non riusciamo a trovarlo e questo ci frustra.

– Sintomi psicosomatici. Spesso i traumi psicologici finiscono per generare problemi che hanno un impatto sulla salute fisica. Il più comune è che si manifestino attraverso il dolore muscolare, ma possono anche causare problemi dermatologici, emicrania, problemi gastrointestinali, attacchi di panico o malattie psicosomatiche molto più complesse.

Come superare un trauma?

Superare un trauma non è facile, spesso è necessario appoggiarsi ad uno psicologo perché scavare a fondo nella ferita emotiva senza una conoscenza adeguata può peggiorare le cose, causando danni ancora maggiori. Quello che possiamo davvero fare è “proteggerci” dai traumi emotivi. Si è visto che esistono due fattori che aumentano le probabilità di vivere una situazione come traumatica:

  • – Avere problemi psicologici precedenti alla situazione traumatica, come soffrire di stress, ansia o depressione
  • – Evitamento esperienziale: evitare i ricordi, sentimenti o pensieri legati all’episodio traumatico

Pertanto, riempire lo zaino di strumenti per la vita ti aiuterà ad affrontare meglio le situazioni difficili, evitando che si trasformino in un trauma. Il primo passo è capire che i traumi non sono esperienze ma risposte emotive, quindi è su queste ultime che dobbiamo lavorare.

Patrizia Savastano – MioDottore.it
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