Bugie e benessere psicofisico

La menzogna è una riproduzione verbale di un’ immagine della realtà, volutamente alterata con lo scopo di condizionare la reazione cognitiva, emotiva e comportamentale dell’altro. Un atto comunicativo consapevole e deliberato di trasmettere una conoscenza non vera ad un altro in modo che quest’ultimo assuma credenze false sulla realtà dei fatti

L’arte dell’inganno è presente non solo nel comportamento dell’essere umano, ma in quasi tutti gli esseri viventi, dal grande mammifero, ai volatili, agli anfibi, ai vegetali e persino nei batteri. In particolare, sono interessanti gli studi del biologo Robert Trivers (2011), il quale sostiene come la concorrenza tra ingannatori e ingannati sia una parte saliente del processo evolutivo derivante dalla lotta fra i geni per la sopravvivenza della propria specie. Per fare un esempio, la tartaruga alligatore presenta sulla sua lingua due lembi rosa molto simili a lombrichi, i pesci vengono così ingannati e attirati nella trappola. Le farfalle invece scoraggiano i predatori colorandosi in modo da ricordare i colori di specie velenose, i cuculi si evitano il fastidio di allevare i figli deponendo le loro uova nei nidi di altri volatili. In generale dunque, anche alla base dell’intelligenza umana vi sarebbe l’inganno che, a certi livelli e non prendendo in considerazione morale ed etica, ricopre una funzione importante consentendo di ingannare le altre persone e garantire, in termini evolutivi, la sopravvivenza della specie umana (Trivers, 2011).

Una ricerca interessante proviene dall’università di Notre Dame (Indiana, Usa), dove attraverso uno studio preliminare, si è tentato di capire se esiste una connessione tra le menzogne e il benessere psicologico delle persone (Kelly & Wang, 2012). Lo studio, diretto dalla professoressa Anita Kelly, ha coinvolto 110 persone (34% adulti e 66% studenti universitari) di età compresa tra i 18 e i 71 anni, con livelli di reddito differenti. Il campione è stato poi suddiviso in due gruppi: il primo è stato istruito a evitare di mentire e quindi a dire la verità, mentre al secondo, utilizzato come gruppo di controllo, non si era data alcuna istruzione. L’esperimento, della durata di 10 settimane prevedeva che, in questo lasso di tempo, i partecipanti riportassero ai ricercatori il numero di menzogne eventualmente raccontate e fossero relazionate sul loro stato di benessere mentale e fisico.

Dai dati raccolti è emerso che, al diminuire delle menzogne, diminuivano il numero e la gravità dei disagi psicologici, tra cui malinconia e tensione, e fisici, in particolare mal di testa e mal di gola; di contro, un maggior uso delle bugie comportava un’accentuazione di disagi psicologici e fisici. Infine, dalla ricerca è emerso che le persone che erano state istruite a non mentire, riportavano un miglioramento nei loro rapporti interpersonali e, complessivamente, le interazioni sociali erano migliori. Ciò fa pensare che a un numero inferiore di bugie dette corrisponde un migliore stato di benessere fisico e psicologico.

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