Reazioni di adattamento. Il bias di conferma

Il bias di conferma (BdC) è un fenomeno cognitivo in cui tutti noi tendiamo a cercare, interpretare e ricordare le informazioni in modo da confermare le nostre convinzioni preesistenti o le nostre ipotesi iniziali, ignorando o sottovalutando le prove che potrebbero smentirle. Questo bias può influenzare il modo in cui elaboriamo le informazioni e può portarci a cercare solo le evidenze che supportano le nostre idee preconcette, ignorando o respingendo quelle contrarie. Il bias di conferma può essere particolarmente rilevante nel contesto di alcuni disturbi di personalità. Alcuni di questi, infatti, sono caratterizzati da schemi di pensiero e comportamenti rigidi e distorti che influenzano il modo in cui una persona percepisce se stessa, gli altri e il mondo. Questi schemi di pensiero distorti possono contribuire al mantenimento dei BdC e viceversa. In generale, i disturbi di personalità possono influenzare la nostra tendenza al bias di conferma attraverso le distorsioni cognitive che caratterizzano tali disturbi. Queste distorsioni possono includere il pensiero rigido, l’interpretazione selettiva delle informazioni, l’attribuzione errata e la resistenza al cambiamento delle convinzioni preesistenti. Tali meccanismi possono mantenere e rinforzare i BdC e rendere difficile valutare oggettivamente le proprie convinzioni o considerare punti di vista alternativi.

Affrontare un BDC all’interno dei disturbi di personalità può richiedere un lavoro terapeutico mirato per esplorare le convinzioni preesistenti, incoraggiare l’apertura a nuove prospettive e promuovere l’elaborazione più obiettiva delle informazioni. La terapia cognitivo-comportamentale e altre forme di psicoterapia possono essere utili per affrontare questi schemi di pensiero rigido e contribuire a una visione più equilibrata e realistica di sé stessi, degli altri e del mondo.

Una situazione di possibile genesi

Immaginiamo, ad esempio, Rosaria, una bambina che cresce in un ambiente in cui la coppia genitoriale è poco presente a causa di emergenze familiari e impegni lavorativi e sociali estremamente stressanti. Rosaria potrebbe sviluppare una personalità narcisistica covert come meccanismo di adattamento per compensare l’insufficiente manifestazione di affetto e attenzione da parte dei genitori. Per ottenere conferme e attenzione, potrebbe cercare di eccellere in diversi ambiti della sua vita, come lo sport, le attività artistiche o il rendimento scolastico. Queste attività, in grado di attrarre per un breve lasso di tempo le energie della coppia genitoriale, diventano anche una fonte di gratificazione e conferma esterne del suo valore. Rosaria potrebbe iniziare qui ad acquisire selettivamente le informazioni o le situazioni che confermano la sua autostima, mediante una ricerca intensa dell’approvazione di figure di riferimento esterne come insegnanti, allenatori o amici.

La partecipazione attiva a queste attività artistiche e di esibizione potrebbe fornire nella successiva fase dell’adolescenza un’opportunità per distinguersi, attirare l’attenzione e ricevere conferme e ammirazione da parte di genitori, amici e altri membri della comunità. Il successo o l’eccellenza raggiunta in queste discipline potrebbe diventare una fonte significativa di autostima e gratificazione, confermando la sua visione di sé come persona speciale, talentuosa. E’ importante considerare che l’adolescenza è un periodo di formazione dell’identità e di ricerca di conferme e riconoscimenti esterni che si sovrappongono alla situazione alla situazione familiare vissuta da Rosaria.

A volte possono subentrare ulteriori complicazioni, eventi imprevedibili, che finiscono per rafforzare e cronicizzare l’atteggiamento difensivo del bias di conferma e le altre lesioni dell’equilibrio della personalità. Ad esempio, la presenza di fratelli con forme di dipendenza da sostanze che monopolizzano l’attenzione e le risorse della coppia genitoriale. Ciò può avere un impatto significativo sull’individuo più giovane. Può creare un ambiente familiare disfunzionale in cui l’attenzione e il sostegno emotivo sono fortemente focalizzati sui fratelli problematici, mentre Rosaria può sentirsi trascurata, poco valorizzata, oppure potrebbe semplicemente sperimentare una difficoltà ad ottenere l’attenzione da parte dei genitori. In questa situazione Rosaria potrebbe rafforzare la tendenza a sviluppare una personalità con tratti narcisistici covert come meccanismo di adattamento per cercare di ottenere l’attenzione e la conferma che percepisce di non ricevere a causa della situazione familiare. Potrebbe cercare costantemente di dimostrare il proprio valore e la propria importanza attraverso risultati eccezionali o comportamenti che attraggano l’attenzione dei genitori o degli altri membri della famiglia. Questo può includere il coinvolgimento in attività come il canto, il ballo, il pattinaggio artistico, che offrono un’opportunità per distinguersi e ricevere conferme esterne. Oltre a ciò, il forte debito di visibilità maturato e la brevità delle finestre di attenzione, non consentono di dare spazio ad elementi di discussione che nel pensiero si Rosaria potrebbero “rovinare” quegli spazi. Il modo in cui Rosaria vive ciascun ciclo attesa-evento-raccolta di una “finestra di visibilità”, il contenuto dell’evento e le sue conseguenze sociali e familiari la convincono ogni volta di più di non potersi permettere il “lusso” di una discussione, di una visione critica anche se, in realtà, questo servirebbe a potenziare il suo equilibrio e la sua capacità di arricchire le proprie prospettive. Un atteggiamento di protezione di questi ridotti coni di visibilità viene attuata da Rosaria in maniera via via più decisa. In queste situazioni iniziano a prendere corpo convinzioni come: gli altri non si rendono conto di potermi privare di una risorsa vitale; ci sono solo io a difendere le cose importanti per me; gli altri sono poco attenti alle mie esigenze; solo io posso capire quali siano i miei veri bisogni; chissà quando potrò avere un’altra opportunità: it’s now or never;… L’esigenza di difendere i propri spazi finisce col radicare sempre più queste convinzioni, finendo con l’estenderle a molte altre situazioni dell’esistenza di Rosaria.

Vivere l’infanzia e l’adolescenza scandite da questi “cicli” attesa-evento-raccolta contribuisce a costruire in Rosaria una modalità di percezione del mondo circostante orientata all’attesa della prossima finestra di opportunità, della prossima “cosa importante”. Questo finisce col rafforzare una tendenza a non vivere il quotidiano come portatore di arricchimento della propria esperienza e foriero di possibili opportunità ma come semplice intervallo di tempo che separa Rosaria dalla prossima “scadenza”. Questo schema genera ansia e fa sviluppare la tendenza ad avvicinarsi a strumenti percepiti come capaci di “prevedere” il futuro come gli oroscopi, i transiti astrali o i più sofisticati come I Ching di tradizione cinese. Parallelamente va affermandosi un inefficiente uso del tempo quotidiano nei progetti di ampio respiro, come se questo tempo non fosse il momento della costruzione del futuro poiché “il destino è già scritto“. Tutto ciò si traduce in un formidabile strumento di depotenziamento individuale. Gli esiti deludenti a cui in questo modo Rosaria espone sé stessa contribuiscono a rafforzare la sua convinzione di non essere così determinante nella propria vita (deficit di autostima) e di dipendere essenzialmente dalla correttezza e lealtà di giudizio degli “altri” che quando disapprovano in tutto o in parte il suo operato vengono identificati come “incapaci di comprendere i bisogni”.

Una persona con un BdC può avere difficoltà ad accettare ogni ragionamento razionale che contraddica le sue convinzioni. Questo può rendere un processo di riequilibrio molto insidioso. La sua resistenza al cambiamento, che è un pilastro della propria “integrità”, nato da una reazione difensiva, porterà Rosaria a percepire l’inizio di ogni percorso di cambiamento come una minaccia alla propria identità ed al proprio senso di sicurezza. Affrontare questa resistenza può richiedere un approccio delicato e paziente. Ecco alcune possibili misure ed accorgimenti importanti:

  1. Creare un ambiente sicuro: È fondamentale creare un ambiente in cui la persona si senta accettata e rispettata, non giudicata o minacciata. Ciò può incoraggiarla a esplorare e considerare idee diverse in modo più aperto.
  2. Comunicazione efficace: Utilizzare una comunicazione empatica e non conflittuale può aiutare a stabilire un dialogo aperto e rispettoso. Evitare accuse o critiche dirette può ridurre la resistenza e creare spazio per una discussione costruttiva.
  3. Fornire prove ed evidenze: Presentare dati, ricerche o prove concrete che mettono in discussione le convinzioni errate o distorte della persona può essere utile nel fornire un punto di vista obiettivo. Tuttavia, è importante farlo in modo rispettoso, evitando di invalidare o sminuire le sue esperienze personali.
  4. Sviluppare l’autoconsapevolezza: Aiutare la persona a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé stessa, inclusi i propri schemi di pensiero e i modelli di comportamento, può essere un passo importante nel superare il bias di conferma. Questo può avvenire attraverso la terapia individuale, in cui la persona può esplorare le proprie convinzioni e imparare strategie per gestirle in modo più equilibrato.
  5. Progresso graduale: Il cambiamento non avviene da un giorno all’altro. È importante essere pazienti e incoraggiare il progresso graduale. Piccoli passi verso una maggiore apertura al ragionamento razionale possono accumularsi nel tempo e portare a un cambiamento significativo.

Con riferimento al punto 3. Fornire prove ed evidenze a una persona con un BdC può essere un punto critico e potrebbe essere rifiutato. Quando una persona è fortemente legata alle proprie convinzioni e resiste al cambiamento, potrebbe respingere le prove o le evidenze contrarie percependole come una minaccia per la sua identità o sicurezza. Questa osservazione dà la misura dell’estrema difficoltà di un intervento risolutivo.

In questi casi, potrebbe essere necessario adottare un approccio diverso. Ecco alcune strategie alternative da considerare:

  1. Formulare domande aperte: Piuttosto che presentare prove dirette, si può cercare di stimolare la riflessione e l’autoesplorazione facendo domande aperte. Questo può incoraggiare la persona a riflettere sulle proprie convinzioni e ad esaminare criticamente le ragioni che le sostengono.
  2. Narrativa personale: Si può chiedere di raccontare la sua storia personale e come le sue convinzioni si sono sviluppate nel tempo. Questo può aiutare a esplorare i fattori emotivi o le esperienze passate che potrebbero aver influenzato la formazione delle sue convinzioni.
  3. Mettere in luce le conseguenze negative: Invece di focalizzarsi sulle prove dirette, si può evidenziare le conseguenze negative delle convinzioni errate o distorte. Questo può includere esempi di come le convinzioni limitanti possano influire sulle relazioni, sul benessere emotivo o sul raggiungimento degli obiettivi desiderati.
  4. Promuovere l’autenticità e l’autonomia: Si può incoraggiare la persona a considerare come la sua identità e il suo senso di sé possano essere influenzati da un’eccessiva dipendenza dalla conferma esterna. Questo può includere la promozione dell’autostima basata su qualità intrinseche e autentiche anziché sulla conferma esterna.
  5. Costruire gradualmente nuove prospettive: Piuttosto che cercare di contrastare direttamente le convinzioni dela persona, si può cercare di introdurre gradualmente nuove prospettive o idee che potrebbero sfidare il suo modo di pensare. Questo può avvenire attraverso storie, esempi o analogie che aiutano a suscitare una riflessione più profonda.

È fondamentale sottolineare che il recupero da un BdC e la trasformazione di un modo di pensare rigido richiedono tempo, impegno e spesso il supporto di un professionista esperto in salute mentale. Una terapia mirata può aiutare la persona a esplorare e affrontare le radici profonde del suo bias di conferma e ad acquisire strumenti per affrontarlo in modo più efficace.

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