Conversazioni d’Autunno

Incontri di gruppo per trovarsi, conoscersi e partire o anche ritrovarsi riconoscersi e ripartire.Prenotazione obbligatoria entro 30 Ottobre. Per info e prenotazioni telefonare tutti i giorni dalle 12.30 alle 13.30 al 3494289011.

Per alcuni l’autunno, con il suo meraviglioso foliage (fogliame), è una stagione che apporta un mood emotivo pregno di tristezza, nostalgia, malinconia. Per altri è invece la magia più alta che la natura possa esprimere nella sua circolarità. È ben noto in psicologia, soprattutto nella clinica, come il mutare del tempo e delle stagioni influisca a livello psicofisiologico su ognuno di noi, a diversi livelli.

Ciò è dovuto a una diversa serie di fattori metereologici che sono percepiti – volenti o nolenti – dalla nostra unità corpo-psiche, quali – primo tra tutti – la variazione temporale della luce diurna, che a sua volta ha effetti a livello neurotrasmettitoriale (e ormonale) su tutto il nostro corpo-psiche. Esistono anche diversi disturbi dell’umore legati al cambio delle stagioni, la stessa depressione ha una sua peculiare modalità nel cambio stagionale.

Nonostante tutte queste evidenze scientifiche si pone un’altra realtà tanto umana quanto anch’essa scientifica, ovvero che molte persone provano stati di immensa serenità, a volte gioia, appagamento, rilassamento, rigenerazione, quando l’autunno bussa alle porte di un’estate ormai finita: è come una vera e propria ri-nascita per molti.

È come se una certa primavera (che in genere rappresenta una rinascita) possa nascere anche in autunno. È proprio vero ciò che scrisse Nietzsche:

L’autunno non è una stagione, ma uno stato d’animo

Per quanto sia questo un sentimento e una visione del tutto soggettiva, possiamo rintracciare però un parallelo analogo anche sul piano oggettivo e fenomenologico che stesso la Natura ci fornisce, e che rintracciamo in quel bellissimo e multivariegato foliage che l’autunno apporta.

Nell’autunno noi spesso viviamo una dimensione psichica che è vicina alla nostalgia, alla malinconia, ad un sentimento di caducità dell’esistenza.

È una metafora dell’esistenza psichica: molto di noi, dentro di noi, deve morire e decadere, preparasi ad una morte per lasciar spazio ai germogli che verranno in quella primavera che è archetipicamente promessa, inevitabile, imminente…

Imparare a vivere l’autunno come stagione esterna e interna, con tutte le sue malinconie, con tutta la sua nostalgia, depressione, introversione, solitudine, ma anche con tutti i suoi colori, i suoi odori naturali, le sue piogge. Quella sincronistica relazione tra cosmo e psiche è ben rappresentata proprio dal succedersi naturale delle stagioni, e anche l’Anima vive di stagioni.

Le cose più essenziali e durature crescono nel buio, nel silenzio, nell’invisibile. L’autunno prepara quella primavera che verrà.

L’autunno interiore è una trasformazione silenziosa e sommessa. È da qui che quasi sicuramente, io credo, nasce la gioia e quella dimensione di positività dell’autunno, una dimensione che sembra attraversare e farsi sentire maggiormente da alcuni individui con una certa tipologia psicologica orientata all’introversione.

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